sabato 27 ottobre 2012

Fa freddo.

Alle volte mi sento come se il cuore si contraesse forte, si riducesse alle dimensioni di una monetina, poi si rilassasse e, non riusciscendo più a sottrarsi da questo esercizio di riposo, mi scoppiasse all'interno del petto.
E subito dopo è come sentissi un freddo irreale diffondersi per tutto il sistema circolatorio, dalle arterie ai capillari alle vene più periferiche, invadendo ogni appendice; e questo azoto liquido portasse via con sè tutti gli organi e le ossa e ciò che renda il mio corpo tale, lo svuotasse di ogni cosa e lasciasse dentro solo fuliggine e cenere.
Allo stesso tempo, tutte le proposizioni dotate di un significato compiuto si slegano dai nessi logici che le avvolgono, e i punti, le virgole, le parole, le lettere iniziano a roteare in un vortice di confusione nella mia testa, sbattono sulle pareti della calotta cranica e quando il caos è al suo apice, un bianco assoluto, astratto e inconcepibile si insinua tra le sinapsi cerebrali e sgombera la mente.
Il respiro è affannato, mi aggrappo ad ogni boccata d'aria e non entra nulla comunque, perchè non ci sono polmoni per respirare.
Gli occhi cercano di afferrare qualche immagine, sbattono forte, ma non trasmettono immagini al vuoto nel mio cranio.
Tutto ciò dura a malapena qualche istante.
Poi il retrogusto amaro della situazione mi assilla per le seguenti ore, e in seguito torno alla mia passività.
Qualcuno mi ha detto che sembrerebbe un attacco di panico, ma io non ho paura.
O forse ne ho troppa, e non me ne rendo conto.
In fin dei conti ho solo quindici anni.

Dalla frontiera del cibo, che ha perso importanza nella mia vita, ma nemmeno è sbiadita del tutto, sto ingrassando.
E' un verbo che mi fa sentire quasi avessi appena bestemmiato, ma tant'è.
Sto mangiando normale, e se prima dimagrivo alla faccia delle mille e trecento calorie giornaliere, ora ingrasso.
Non so cosa farò, forse prenderò precauzioni, non ho idee.

Vi stringo;
elle