martedì 28 febbraio 2012

Sono una stupida.
Davanti a mia madre, io non devo mangiare, devo fare la malata, devo fare i capricci.

Ed è assolutamente assurdo; se lei oggi non ci fosse stata a pranzo, io magari mi sarei fatta due uova e qualche pomodoro e avrei mangiato tranquillamente il tutto.
Invece lei ha dovuto rifilarmi un piatto di pasta, e io per poco non piangevo; non per il piatto di pasta, ma per lei lì che mi sfidava,
Che mi diceva, dimostrami che non ci stai ricadendo, avanti, mangiala tutta quella merda.

Comunque adesso devo darmi una regolata e smetterla di pesarmi tutti i giorni: solo la domenica, così resisto tutta la settimana alla restrizione calorica.
Sono molto stressata per lo studio e spero davvero tantissimo che questo mi aiuti a dimagrire; inoltre domani esco con C. - visto che con D. è finita male, grazie a Dio - e C. è davvero davvero davvero intelligente e credo mi piaccia sul serio.
Vi stringo tutte fortissimo;
elle.

sabato 25 febbraio 2012

Ciao, sono grassa, ciao.

È marzo.
Porca puttana, tra una manciata di giorni è marzo e io invece che dimagrire ingrasso.
Ero quarantré chili e mezzo a fine dicembre, quarantasei e mezzo a fine gennaio e quarantotto e mezzo a fine febbraio.
Cinque chili.
Cinque schifosissimi chili in due mesi.
E ora più mi metto sotto che devo dimagrire, più le cose iniziano a farsi bizzarre.
Ad esempio un giorno ho digiunato con tanto di crampi allo stomaco ed ho preso cinquecento grammi.
Ieri, dopo un'abbuffata che mi ha fatto prendere la bellezza di un chilo e mezzo, ho perso un terzo del totale acquisito, sebbene avessi digiunato e fatto attività fisica.
E allora io dico, qua c'è qualcosa che non va, qua vanno prese misure drastiche.
Quindi settimana prossima a stecchetto, e mi obbligo a non pesarmi fino a domenica.
Se avete qualche consiglio per il metabolismo scrivete pure nei commenti; anche se credo di conoscerli tutti!
Vi amo.
elle

martedì 21 febbraio 2012

Non devo mangiare.

Voglio morire dentro.
la sento di nuovo quella sensazione.
Quel nodo allo stomaco.
Quella vocina che mi dice: " O scendi ora giù da basso e mangi tutto quanto, oppure non infili mai più niente in quella tua bocca da obesa del cazzo; oppure muori di fame e finalmente impari a tacere."
Sento il groppo alla gola e la voglia di piangere.
Sento l'odio verso il mondo, verso la voce di mio padre e il dovermi sputtanare di mia madre.
Sento l'assenza di mio fratello.
Sento il mio essere sola e grassa e orrenda e persa.
Sento la mia voglia di morire.
E non devo mangiare.
Non devo mangiare.
Non devo mangiare.
Non devo mangiare.
Non devo mangiare.

lunedì 20 febbraio 2012

Una volta ero magra.

Oggi è lunedì.
Non sono andata a scuola e nemmeno io so il perché.
Mia madre non indugia, sa anche lei che di tanto in tanto c'è bisogno di una pausa non permessa, di qualche ora in più di sonno, di qualche spiegazione in meno di geometria e di qualche nota in più nelle cuffiette dell'ipod.
in ogni caso non ho il diritto e non ho il dovere di permettere a me stessa di perdere altre ore preziose, altro tempo sfuggevole e sfuggito.
Non ho più voglia di cadere.
Non ho più voglia di rialzarmi.
Ho voglia di dare importanza alle cose stupide e autodistruttive, ho voglia di morire per una ragione insensata e di consumarmi l'anima fino al delirio.
Sul serio?
No.
Ma me lo devo imporre.
Devo essere forte, leggera, magra e vuota.
Devo essere quella ragazza disintegrata dentro e sorridente fuori, con il viso incorniciato da ciocche celesti o blu notte e le unghie lunghe e smaltate di nero.
Quella ragazza con la pancia piatta anche se seduta con la schiena ricurva e con le gambe snelle e slanciate e porcellana.
Devo essere quell'idealizzazione di me che mi sono infissa nella testa e per ora va bene così.
Per ora ci lavorerò su.
Quindi basta mordicchiarsi le unghie e poltrire sul divano.
Devo arrivare a quarantacinque chili sodi - di nuovo - entro maggio; devo mangiare di meno e far crescere unghie e capelli; devo leggere e disegnare di più; devo studiare per passione e non per obbligo; devo devo devo.
Loveya
elle


venerdì 17 febbraio 2012

Vorrei.

Vorrei farmi una doccia tiepida e asciugare appena i capelli.
Vorrei spazzolare forte i denti e sentirli puliti e diritti sotto la lingua.
Infilarmi un paio di slip e una felpa morbida e scappare sotto le lenzuola e infilarmi tra i cuscini.
Vorrei non aver mangiato oggi.
Vorrei non aver ingurgitato ogni sorta di schifezza e sentirmi vuota e leggera e magra.
Vorrei non dover ritrovarmi a piangere pensando al peso di domani.
Vorrei non aver lasciato il mio ragazzo.
Vorrei non sentirmi terribilmente sola e persa.
Vorrei essere felice.
Però io ora non mangio più.

lunedì 6 febbraio 2012

What about a tall glass of "I don't give a shit"?

Stavo impazzendo ed ho mangiato un gelato e un kinder bueno dopo pranzo.
Risultato?
Due dita in gola, una trachea dolorante e lo smalto eroso.
Sono gonfia e domani non vedo l'ora di saltare pranzo e correre.
In più ieri mi sono anche tagliata il braccio, saranno una dozzina di tagli ad altezza polso.
Cosa cazzo stai facendo elle?
Dove cazzo ti stai ricacciando?

sabato 4 febbraio 2012

Pensieri dannatamente discordanti tra loro.

Guardati.


I fianchi deformi, le cosce sproporzionatamente grandi, la pancia gonfia, la vita larga, il sedere piatto, il seno praticamente inesistente, le labbra carnose si, ma mal disegnate, il naso enorme, gli occhi troppo grandi, le ciglia troppo corte, i capelli non della forma giusta, la fronte troppo spaziosa e la pelle grassa.


Una volta toccavi il cielo con un dito, eseguivi perfette piroette in aria e sublimi capovolte tra le nuvole.
Chiudevi gli occhi e non c'eri più.
Chiudevi gli occhi ed il mondo era tuo.
Il tuo sorriso, così sincero e ingenuo.
Le tue lacrime, così amare e così bambine.
Il tuo viso morbido e felice.
Quella felicità persa con il tempo, con la crescita e con i tagli.
Quell'infanzia che, maledizione, non l'hai vissuta.
Mi ricordo, sai, elle, di quando eri bambina.
Mi ricordo i pianti disperati alle undici di sera tra le coperte morbide e calde in una qualsiasi serata di fine gennaio.
"Sono grassa"; pensavi.
"Sono troppo".
Non è giusto, proprio no, che la tua vita sia finita così.
A sette o otto anni, con qualche rotolo in più sulla pancia, con qualche sfiziosità in più sulla tavola.
Non hai vissuto mai, ora che ci penso.
Non ricordo un singolo istante in cui tu abbia pensato a qualche cosa di allegro, a qualche cosa che possa essere considerato anche lontanamente normale.
Non ricordo nemmeno un unico secondo in cui tu non fossi maledettamente afflitta da qualcosa di interiore, di incomprensibile ed intangibile per uno qualsiasi di quegli esseri così incuranti e ciechi che ti circondavano ogni giorno, nemmeno uno.
Eppure per te era così reale, così maledettamente percepibile e percepito.
"È l'adolescenza". Dicono.
"Ci passano tutti". Sussurrano.
No, non è così.
Non ci passano tutti.
Non ci posso credere.
Questo dolore è davvero troppo.
Questa non è una vita, questo è un inferno.


elle è tornata ad essere anoressica.
elle è tornata ad essere vuota.