Sono la pistola puntata alla tempia.
Sono la lametta che mi taglia in verticale i polsi.
Sono quel malessere interiore che mi logora l'anima e mi sgretola dentro.
E sono anche il mio antidoto.
Sono la medicina sperimentale, sono le pillole antipanico, sono i punti che mi tengono insieme le vene, sono la lavanda gastrica.
Sta a me.
Sta solo a me.
Da me dipende la mia felicità.
Da me dipende la mia tristezza.
Io io io io io sono il centro del mio mondo.
Io io io io io sono il nucleo delle mie emozioni.
Voglio essere felice.Voglio essere soddisfatta di me stessa.
E lo sarò.Oggi ero 47.3.
Oggi binge.
Da domani si ricomincia.
Per la centesima volta, ma si ricomincia.
vi amo.
elle
Fosse la centesima per me...io "ricomincio" ogni giorno da due anni.
RispondiEliminaComunque oggi ho digiunato e sto benissimo... magari la prossima settimana aggregati se puoi, credo ti possa fare bene.
Un abbraccio
Victoria
Dopo aver curato le ferite ci si rialza sempre...
RispondiEliminae adoro la tua voglia di ricominciare..
ma non adoro le lavande gastriche (lametta)
Io ci sono uscita ma mi ha lasciato cicatrici indelebili ...
ti stringo forte ,Kyle
finchè si ha la forza di rialzarsi, vuol dire che ne vale la pena no?
RispondiEliminaè questo l'importante, ti stringo cucciola
Amore mio, sai che mi fa piangere leggere certe cose...perchè hanno inventato questa sofferenza chiamata "binge"? Chi ha inventato l'autodistruzione? Continuiamo a farci del male...e alla fine rialzarsi è sempre durissima. Siamo forti se ci riusciamo, ma allora dobbiamo smetterla di aggrapparci a qualcosa che ci distrugge, come se ci salvasse, perchè non è nè sarà mai così...Io oggi mi sono mangiata una mazzata di schifezze, e ancora adesso vorrei fiondarmi di là e svuotare il frigo come una debole solo per annullarmi completamente...invece voglio digiunare. Voglio riuscirci, e domani uccidermi di palestra per rimediare a questo scempio. Oggi ho guardato la mia pelle e avrei voluto piangere, quanto male mi sto facendo. Alla fine i nostri volti parlano da soli, e noi non possiamo più zittirli.
RispondiEliminaTi sono vicina con tutto il cuore.
Un abbraccio immenso.
l' importante non è se è la prima, la centesima o la millesima volta. L' importante è che si RICOMINCIA.
RispondiEliminaquanto è frustrante dire "da domani riparto da zero".. vorrei poterti aiutare per dare un cazzo di taglio a questo circolo vizioso..
RispondiEliminati sono vicina
hai ragione
RispondiEliminatutto dipende da noi
siamo noi e nessun altro
ma quanto cazzo è difficile essere noi...
ti stringo
Bianca
"cadi 7 volte, rialzati 8" è così che dice il detto, e bisogna applicarlo sempre.
RispondiEliminaTi auguro di farcela.
si rincomincia troppe volte...
RispondiEliminaNoi siamo quelle che non smettono mai di combattere. MAI.
RispondiEliminaTi stringo.
edie
grande post.
RispondiEliminace la farai.
questo mio modo di essere così attira le persone..
RispondiEliminala cosa non mi elettrizza particolarmente ma è così.
Ricomincerai più forte di prima, sicuramente.
forza elle!
"Chi è causa del suo male pianga se stesso" : hai pienamente ragione, dipende tutto da noi.
RispondiEliminaCadere, rialzarsi e cadere nuovamente... E' estenuante ma dobbiamo farlo, siamo incapaci di smettere. E' un terribile circolo vizioso, quasi un labirinto.
Sarai felicissima.
RispondiEliminaNon sarai più triste.
Sarai soddisfatta di te stessa.
Ti stringo forte ♥
"Da me dipende la mia felicità."
RispondiEliminaGià, dipende solo da te Elle...e se lotterai con tutte le tue forze, se sentirai nel più profondo di te stessa che si, devi farcela, la raggiungerai quella felicità.
Un abbraccio piccola,
ファイ
centesima millesima.. cosa importa? l'importante è rialzarsi e non rimanere mai a terra... quello che importa è solo oggi.. il resto appartiene al passato, rialzati il passato è andato.
RispondiEliminaè da oggi che si ricomincia
Ciao, sono nuova qui e non ho nemmeno nulla in particolare da scrivere in questo commento. Volevo solo farti sapere che ti ho letta in silenzio per molto tempo e mi sono ritrovata in tantissime cose che hai scritto - oltrettutto, adoro il tuo modo di scrivere.
RispondiEliminaUn bacio,
Julien
Per saltare le verdure utilizzo l'olio d'oliva normale e ne utilizzo un cucchiaio, inizialmente bagnavo uno scottex e inumidivo appena la pentola, pero' avendo problemi ad andare in bagno ho deciso di utilizzare un cucchiaio d'olio perche' aiuta :p
RispondiEliminaAHhahah non assaggio mai nulla perche' prepararli mi fa passare la fame, ti riempi di odori inoltre e' uno stimolo ad essere forti :) oggi pero' un biscotto lo sentiro' perche' voglio portarne qualcuno a degli amici e non voglio fare figuracce XD
Bacione ♥
solo 77 fottuti giorni?
RispondiEliminama che cristo.................
Forza cucciola, saremo perfette, saremo leggere come l'aria, nessuno ci potrà fermare. Ameremo noi stesse e non avremo più bisogno di nient'altro per essere soddisfatte. Felici.
RispondiEliminanon mollare ♥
Leggendo il tuo post mi è venuto da pensare ad una poesia che ho scritto qualche anno fa... Questa:
RispondiEliminaUna bomba interiore, che lo si voglia o meno
È chiaro che mi faccia paura e che mi allarmi
Perché è temibile come qualsiasi altro tipo di veleno
Perché distrugge come tutte le altre armi
La pistola è carica, il mio petto langue
Tra il proteggermi e il combattermi troppe energie
Disperdo
Il volto, i capelli sono ricoperti di sangue
È una guerra con me stessa per cui se vinco
Perdo
La difesa ed i nemici spesso si confondono
Negli occhi vige un fastidioso ed irritante bruciore
Se richiamo i miei soldati, questi non rispondono
Non ci sono alleati
Se la battaglia è interiore
Da una parte uso la fionda
Dall’altra un cappio stretto
Mentre un occhio fa la ronda
L’altro resta a letto
È un conflitto delirante che sa solo infondermi
Un senso di impotenza anche dentro al carro armato
So dove trovarmi perché so dove andrò a nascondermi
E m’inseguo inutilmente senza fiato
Istinto di sopravvivenza contro istinto di autodistruzione
Generano una guerra nel suo dramma comica
Da una parte mi difendo, dall’altra ho l’ambizione
Di gettare dall’aereo la spaventosa Atomica
La tenda dei compagni è mostruosamente vuota
E squarta i tramonti come fosse un vessillo
Sciorinato in un delirio di origine a me ignota
Che si trasforma nella mente nel millesimo
assillo
Probabilmente l’io-comandante inseguiva un’illusione
Probabilmente l’io-dominante non ha trovato soluzione
O forse semplicemente un io-mostro mi ha assediata
E nei suoi occhi (pur essendo i miei) non mi sono
identificata
In una mano tengo il cerino
dall’altra è pronto l’estintore
mi sento solo un moscerino
che ronza il suo dolore
e pur essendo la mia fatica indecifrabile
e spietata
Chi mi guarda mi vede folle, troppo fragile
E bloccata
L’io-nemico mi ferisce e mi sotterra
L’io-altro risponde pronto e tenace
L’io-stanco vorrebbe ribellarsi a questa guerra
E quello che prevale alla fine è l’io-incapace
Così che quando al crepuscolo mi piego
Sopra le zolle, distrutta da uno sforzo ignobile
Senza un dio e senza un uomo ecco che prego
Chiedendo a me di non rimanere così
Immobile
Poi vado al fuoco a riscaldare la solitudine
Per ogni arco preparo qualche freccia
Mangio un po’ d’aria, come consuetudine
Per perdere la linfa e far restare
La corteccia
E il giorno dopo, il giorno dopo l’assedio
Ed io pronta a pararmi e poi colpirmi
Nella ricerca di un inutile rimedio
Per far dire a me stessa ciò che mai ho saputo
dirmi
E c’è caos tra gli orizzonti rossi delle trincee
Dove corro per trovare riparo
E tutto questo confonde anche le mie idee:
se lotto contro di me
se non a me
a chi sparo?
E sono sempre lì. Ma lotta, la lotta che intendiamo, non è questa. La lotta che intendiamo è la quotidiana accettazione della nostra bellezza disarmonica contro mille e poi mille resistenze. È la corsa forsennata verso farfalle che non si lasciano acchiappare. Tra pietre e farfalle, pur di avere “qualcosa subito”, si possono raccogliere pietre all’infinito, riempirsi di immobilità e di morte all’infinito, in fondo sono più accessibili, non volano via, sono molto più rassicuranti. Ma la vita è qualcosa che sguiscia, che vuole essere inseguita, è qualcosa di leggero e fragile, solo sfiorarle un’ala può comportare la fine del suo volo. Eppure la morte non riempie mai. Lascia un vuoto simile al buco allo stomaco. Credo che sia la vita ciò di cui si ha fame.